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![]() NEW DEAL (Nuovo corso, 1933-1938). Insieme di riforme con cui il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt cercò, fra il 1933 e il 1938, di risollevare l'economia nazionale e di risolvere i gravi problemi sociali creati dalla crisi del 1929. LA RISPOSTA ALLA GRANDE CRISI. Eletto nel 1932, il democratico Roosevelt si era trovato di fronte la disastrosa situazione lasciata dalla precedente amministrazione repubblicana (Edgar Hoover), dimostratasi incapace di gestire la crisi di sovrapproduzione che aveva causato negli anni venti fallimenti a catena di banche e fabbriche e il crollo in Borsa del 1929. Nel 1933 il numero di disoccupati aveva toccato livelli fino ad allora mai raggiunti, fra i dodici e i quindici milioni di persone; il prodotto nazionale lordo nello stesso anno fu di un terzo inferiore a quello del 1929; i prezzi dei beni agricoli crollarono; molti agricoltori furono costretti a indebitarsi e a cedere le loro terre; gli investimenti privati caddero del 90 per cento. Per arrestare la spirale recessiva il presidente elaborò, insieme con un gruppo di esperti soprannominato il "trust dei cervelli" (brain trust), un programma di intervento federale in economia, mettendosi decisamente in contrasto con la tradizionale posizione del governo statunitense improntata al più rigoroso laissez faire. La nuova amministrazione tentò di agire sia dal lato dell'offerta, con il controllo della produzione e le norme dirette a ristabilire la fiducia nel sistema bancario, sia dal lato della domanda, cercando di sostenere l'attività industriale e l'occupazione con la realizzazione di numerosi lavori pubblici, anche a costo di gravi deficit di bilancio. I primi cento giorni della presidenza Roosevelt rimasero famosi perché il Congresso, stimolato dal governo, approvò una quindicina di leggi fra cui alcune delle principali misure del New Deal. Fu varato un vasto programma di aiuti ai ceti più colpiti dalla crisi economica, attraverso la creazione di enti appositi, come la Federal Emergency Relief Administration e la Civil Works Administration (nel 1935, fu poi fondata la Works Progress Administration). Furono inoltre istituiti il Civilian Conservation Corps, che distribuì mezzo milione di posti di lavoro a giovani, impiegati in opere di rimboschimento e di controllo delle acque, e la Tennessee Valley Authority, che realizzò giganteschi lavori di sistemazione idraulica e di sfruttamento delle acque, che contribuirono notevolmente all'industrializzazione degli stati meridionali. RIPRESA ECONOMICA E WELFARE STATE. Nel settore industriale il principale provvedimento fu il Nira (National Industrial Recovery Act), che mirava a provocare l'aumento dei consumi attraverso la lievitazione controllata di prezzi e salari. Il Nira, infatti, prevedeva l'elaborazione di una serie di codici per moderare la concorrenza fra le industrie, sostenere i prezzi, garantire ai lavoratori un salario minimo e un orario di lavoro massimo. Per attuare queste linee fu anche istituita un'apposita agenzia federale, la National Recovery Administration, che tuttavia fu giudicata incostituzionale dalla Corte suprema nel 1935. Di fatto il Nira si dimostrò un parziale fallimento, dal momento che non riuscì a rilanciare l'economia, ma favorì soltanto il processo di concentrazione dei grandi gruppi industriali, alienando così all'amministrazione Roosevelt le simpatie sia dei sindacati sia di una buona parte dei capitalisti. La principale misura di politica agricola fu l'Aaa (Agricultural Adjustment Act), con cui si cercò di ridurre la produzione di beni alimentari attraverso la concessione di sussidi ai contadini. Nel 1933 si assistette dunque alla distruzione dei raccolti (solo una parte dei quali fu redistribuito ai poveri tramite un'apposita agenzia federale) e alla limitazione delle semine: il provvedimento non riuscì tuttavia a riportare in alto il prezzo dei beni, ma fece soltanto aumentare la disoccupazione agricola, peggiorando le condizioni di fittavoli e braccianti. Anche l'Aaa fu giudicato incostituzionale dalla Corte suprema. La convertibilità del dollaro in oro fu abbandonata nel 1933 e successivamente ripristinata, nel 1934, al tasso di 35 dollari l'oncia, con la conseguente svalutazione della moneta statunitense. Furono inoltre ampliate le competenze del Reconstruction Finance Corporation, l'ente statale di credito istituito dal presidente Hoover, per cercare di stimolare la ripresa attraverso una politica di basso costo del denaro. Sempre in campo finanziario, nel 1933 furono approvati anche il Glass Steagall Act, con cui vennero separate le banche commerciali da quelle di investimenti e che assicurò una garanzia federale sui depositi inferiori ai cinquemila dollari, e il Securities Exchange Act, con cui si cercò di regolamentare e di rendere più sicura per gli investitori l'attività della Borsa. La legislazione bancaria fu poi completata con il Banking Act del 1935. A partire da quell'anno il presidente Roosevelt, sotto la pressione dei gruppi antimonopolistici, cercò anche di limitare il potere delle grandi concentrazioni industriali: nel 1935 fu approvato il Public Utilities Holding Companies Act, che prevedeva fra l'altro lo smantellamento di alcune holding finanziarie, e una legge fiscale per l'introduzione di un'imposta progressiva sui profitti delle società. Nel 1938 fu istituita presso il ministero della Giustizia l'Antitrust Division. Rilevanti furono le innovazioni introdotte dal New Deal in campo sociale e nella legislazione del lavoro: il Social Security Act del 1935 creò per la prima volta negli Stati Uniti un sistema nazionale di pensioni di vecchiaia e di invalidità, introducendo anche misure di assistenza per le madri e per i bambini, mentre il National Labor Relations Act (o Wagner Act), sempre del 1935, sancì la libertà di organizzazione dei lavoratori e vietò l'istituzione di sindacati "gialli" da parte degli industriali. Nel 1938 fu approvato il Fair Labor Standards Act, che fissò minimi salariali per tutto il territorio nazionale, anche se il provvedimento fu mutilato per l'opposizione sia degli industriali del sud sia degli stessi sindacati. Furono proprio quelle socioeconomiche le più rilevanti conquiste del New Deal rooseveltiano, che al contrario si rivelò un fallimento sul piano pratico e non riuscì nel suo intento primario di rilanciare l'economia: nel 1937, infatti, e cioè nell'anno migliore del periodo, il numero dei disoccupati si aggirava ancora intorno agli otto-nove milioni, nonostante i grandi investimenti di denaro pubblico che portarono il deficit pubblicò da 1,3 a 3,6 milioni di dollari. Roosevelt, che era stato trionfalmente rieletto alla Casa Bianca nel 1936, decise allora una contrazione del bilancio federale, attraverso la riduzione dei sussidi e la limitazione degli investimenti, che però innescò un meccanismo recessivo, aprendo la strada a una nuova crisi. Nel 1938 fu inaugurato un nuovo piano di spesa, che costituì il primo consapevole tentativo di applicazione della politica keynesiana (J.M. Keynes). Ma in realtà la ripresa economica degli Stati Uniti non si realizzò che con lo scoppio in Europa della Seconda guerra mondiale. M. Giordano ![]() A. Schlesinger, L'età di Roosevelt, Il Mulino, Bologna 1959; P.K. Coukin, The New Deal, Crowell, New York 1967; M. Vaudagna (a c. di), Il New Deal, Il Mulino, Bologna 1981. |
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